
OGM: le nuove linee guida EFSA per la valutazione del rischio delle piante
Metodo utilizzato o tecnica impiegata: questi i criteri tra cui l’Europa è chiamata a scegliere per valutare e regolamentare le nuove tecniche di miglioramento genico delle piante.
Mentre il dibattito della Commissione Europea prosegue, l’EFSA (European Food Safety Authority) ha pubblicato i criteri richiesti dalla Commissione europea per valutare il rischio delle varietà prodotte attraverso tre tecniche utilizzate per alterare, rimuovere o introdurre DNA in un organismo: mutagenesi sito-specifica, cisgenesi e intragenesi.
Questa pubblicazione rappresenta un importante progresso nel cammino verso la regolamentazione dei nuovi Ogm.
I criteri di valutazione EFSA
Per valutare il rischio correlato alla coltivazione e al consumo di piante ottenute l’Efsa propone sei criteri, quattro dei quali relativi alla caratterizzazione molecolare della modificazione genetica introdotta:
- nella pianta è stata inserito del DNA estraneo?
- Da dove proviene il DNA inserito?
- In che modo e dove è stata integrata la sequenza nel genoma?
- La modifica ha avuto conseguenze negative sul DNA della pianta, ‘spezzando’ a metà altri geni?
Se analizzando questi quattro punti non vengono identificate conseguenze negative o rischi particolari, si passa agli ultimi due punti.
- si verifica se la sequenza modificata ha già una storia d’uso, come la presenza in natura in altre specie o in altre varietà già autorizzate in Europa o altrove.
- In caso contrario struttura e funzioni della sequenza di DNA modificata devono essere attentamente valutate.
Tutti i criteri si applicano alla cisgenesi e all’intragenesi, mentre per la mutagenesi sito-specifica, che non inserisce materiale genetico estraneo, si saltano i primi quattro punti e si fa riferimento solo agli ultimi due.
Fonte: https://ilfattoalimentare.it/nuovi-ogm-criteri-efsa-valutazione-rischio.html