
Allergie alimentari: comunicazione e maggiore vigilanza possono evitare episodi gravi
Il caso risale a qualche settimana fa ed è rapidamente balzato agli onori delle cronache. Una ventenne di Milano allergica al latte, ha consumato un tiramisù vegano che ne conservava delle tracce. Lo shock anafilattico è stato fulmineo e purtroppo la giovane è deceduta all’Ospedale Niguarda.
Gli interrogativi scatenati da questo caso sono stati molti:
- Si può davvero morire solo per le tracce di un allergene?
- Come mai i soccorsi tempestivi non sono stati sufficienti per salvare la ragazza?
- Come evitare che episodi del genere si ripetano?
Allergie alimentari: quanto sono realmente pericolose?
Uno degli elementi che più ha scioccato l’opinione pubblica rispetto al caso della ventenne milanese è stato il fatto che il decesso sia avvenuto a causa dell’ingestione di un dolce con sole piccole tracce di latte.
La reazione così violenta e fatale è causata all’allergia alla caseina che, nell’adulto insieme a quella alle uova, è rara ma molto pericolosa.
Quando un soggetto allergico al latte ingerisce caseina, la reazione di shock anafilattico è pressoché immediata e deve essere contrastata nell’arco di pochi secondi con l’iniezione di adrenalina.
Come gestire le allergie alimentari
Sebbene ad oggi in Italia non ci siano dati certi per classificare l’entità ed il numero di reazioni severe ad alimenti e shock anafilattici si verificano ogni anno in Italia, è chiaro che casi come quello descritto non si devono ripetere.
Per tutelare i consumatori è importante che si migliori la comunicazione con gli operatori: per le persone non deve essere un problema dichiarare la propria allergia e rifiutare un piatto se non si sente sicuro, mentre il ristoratore deve essere certo di quello che offre.
Le persone gravemente allergiche inoltre dovrebbero sempre avere con sé l’adrenalina iniettibile, vero e proprio farmaco salvavita.
Fonte: https://ilfattoalimentare.it/allergie-alimentari-shock-anafilattico-comunicazione-vigilanza.html